In questa era, non è giusto che un paziente sofferente di artrosi si senta dire: “Stai fermo e non caricare l’articolazione, prendi gli antiinfiammatori, perdi peso e quando avrai l’età giusta, si farà la protesi”.

Perché?

“Stai fermo”

La prolungata immobilità porta ad una riduzione dell’articolarità. Questo provoca una concentrazione di carichi in una superficie più ridotta dell’articolazione che aggrava l’usura della stessa. È come quando un’automobile viaggia con una difettosa convergenza dei pneumatici provocandone un'usura anomala e precoce.

La protratta inattività, inoltre, porta ad un indebolimento della muscolatura.

I muscoli assorbono le forze circostanti, l’articolazione e una loro debolezza porta ad un carico maggiorato sull’articolazione. Il potenziamento dei muscoli satelliti all’articolazione ne riduce lo stress ed il carico; inoltre il lavoro muscolare favorisce la perdita di peso, fa liberare endorfine, adrenalina, testosterone e ferormoni, favorendo il benessere mentale.

Per contro, l’immobilità protratta favorisce la depressione e quindi rende meno tollerabile la disabilità e in definitiva aggrava la malattia.

“Prendi gli antinfiammatori”

Gli antinfiammatori sono spesso prescritti anche per periodi lunghi e danno sollievo dal dolore. Bisogna però tenere presente che questa categoria di farmaci, oltre a mascherare un sintomo e quindi un campanello d’allarme che l’organismo manda, hanno anche degli effetti collaterali meno noti.

Infatti, questi farmaci inibiscono la produzione di collagene, riducono la capacità di cicatrizzazione dei tessuti molli danneggiati ed inibiscono la formazione di osso favorendo le fratture da stress.

“Perdi peso”

Tranne rari casi di enorme sovrappeso non è corretto dare tanta importanza al sovrappeso nella genesi e nel peggioramento dell’artrosi.

Se a questo poi si accompagna la protratta immobilità, la perdita di massa muscolare, l’uso protratto di antiinfiammatori e la depressione reattiva che spesso accompagna queste situazioni, la perdita di peso diventa una montagna inscalabile che crea ulteriori conflitti al paziente.

Cos’è l’artrosi?

È uno dei più comuni disturbi dolorosi che rovina molte esistenze impedendo una buona qualità di vita. Non è un male incurabile: è una patologia con molte possibilità di risoluzione!

Ci sono 2 tipi di artrosi:

  • Artrosi infiammatoria

    Gotta, lupus, artrite reumatoide, si tratta di infiammazioni articolari che portano alla distruzione delle cartilagini e dell’osso a causa di fenomeni autoimmuni.

  • Artrosi degenerativa

    È dovuta all’usura o a esiti di traumi. Questi fenomeni portano alla progressiva erosione della cartilagine sino ad arrivare all’osso sottostante (osso subcondrale). L’attrito con l’osso sub-condrale porta a dolore, infiammazione, versamento e rigidità.

Questi fenomeni sono spesso aggravati dal prolungato uso di farmaci che alleviano il dolore e l’infiammazione. Inoltre sono spesso peggiorati dalle attività fisiche che, su quel particolare quadro artrosico, hanno un effetto peggiorativo.

E allora comincia a prospettarsi la possibilità della protesi.
Se interveniamo con un approccio biologico si può rimandare o evitare l’intervento protesico.

Come si cura?

Ci sono più armi biologiche e biofisiche contro questi fenomeni:

  • Energie fisiche, sotto controllo e monitoraggio ecografico
    Oggi esistono delle energie fisiche che non vanno confuse con il vecchio concetto di fisioterapia strumentale. Sono energie che accuratamente dosate e utilizzate hanno effetti biostimolanti documentati, oltre che effetti antiinfiammatori e antidolorifici.
    Si tratta di alcuni tipi di Laser Yag, di onde d’urto e di particolari campi magnetici
  • Viscosupplementazione, sotto controllo ecografico
    iniezioni di acido ialuronico, di differenti pesi molecolari a seconda della patologia e della articolazione da trattare, in articolazione e tendini.
  • Fattori di crescita piastrinica
    sono la nuova frontiera della medicina biologica, ovvero il “frullato” del proprio sangue centrifugato e iniettato nella zona patologica che stimola la rigenerazione cellulare.
  • Esercizi fisici mirati
    personalizzati sul singolo paziente e mirati alle sue condizioni fisiche e alle sue aspettative funzionali.
  • Integratori
    da assumere per bocca atti a portare alla cartilagine i micronutrienti necessari ad un recupero e ad un mantenimento dello stato di salute degli stessi.
  • Un’alimentazione adeguata
    che preveda l’assunzione di cibi che aiutano il sistema osteoarticolare e l’eliminazione di quelli che possono danneggiare i nostri tessuti.
  • Uno stile di vita adatto e migliorativo per ogni determinata patologia.
    Il giusto mix di tutti questi elementi o di parte di questi potrà portare al paziente risultati insperati e la possibilità di riprendersi la propria qualità di vita.